Basilica di S. Apollinare

La costruzione della basilica di S. Apollinare in Classe, finanziata dal banchiere Giuliano l’Argentario, fu  intrapresa dopo la riconquista bizantina di Ravenna. La consacrazione dell’edificio avvenne il 9 maggio 549.
L’aspetto odierno dell’edificio si deve principalmente agli interventi restaurativi intrapresi a partire dalla metà del XIX secolo;  in particolare quelli iniziati nel 1897 sotto la guida di Corrado Ricci e protrattisi sino al 1910,  finalizzati a restituire, nel possibile, l’aspetto originario della basilica.

L’edificio è a pianta basilicale; l’abside è poligonale all’esterno e semicircolare all’interno. In origine la chiesa era preceduta da un quadriportico. Il nartece oggi visibile è frutto di una ricostruzione progettata da Corrado Ricci all’inizio del XX secolo. Internamente la basilica è suddivisa in tre navate da due filari di dodici colonne di marmo che poggiano su basi dadiformi, decorate con un motivo a losanga su ogni faccia. I capitelli sono di ordine composito del tipo “a foglie d’acanto mosse dal vento”. Tutti gli arredi architettonici sono prodotti prefabbricati di importazione costantinopolitana.
I mosaici più antichi sono quelli del catino absidale, della parete tra le finestre e dei due pannelli raffiguranti gli Arcangeli nell’arco trionfale. Sulla base dell’indagine archeologica, si è ipotizzato recentemente che la decorazione musiva abbia avuto tre fasi costruttive, di cui solo nell’ultima si sarebbe inserita la figura di Apollinare.

La basilica fu affidata assai precocemente ad un gruppo di monaci benedettini. Non conosciamo con precisione l’anno di insediamento del cenobio, ma sappiamo che l’arcivescovo Giovanni V iuniore (723-744) il 29 gennaio 731 fece una donazione al collegium monachorum residente presso la basilica, il cui testo è leggibile su una lastra marmorea ancora presente all’interno dell’edificio.
Alla fine del IX secolo la chiesa subì un importante intervento architettonico con la costruzione della cripta, destinata alla conservazione delle spoglie del protomartire Apollinare.

Presumibilmente nei primi anni del X secolo, il complesso fu dotato anche del possente campanile cilindrico che ancora oggi possiamo vedere presso il fianco settentrionale della chiesa. La muratura del campanile denuncia almeno due fasi di vita, di cui la seconda,
corrispondente agli ultimi due ordini, probabilmente da collocare nel XII secolo.

Solo nel XVIII secolo si progettò un programma di risanamento della basilica di Classe, che, dopo il trasferimento dei monaci all’inizio del XVI sec. nel nuovo complesso cittadino corrispondente all’odierna Biblioteca Classense, si trovava in uno stato di totale abbandono.
Attorno alla metà del XIX secolo a Ravenna si affermò la tecnica della fotografia e la basilica classicana fu uno dei soggetti più precocemente riprodotti. Le più vecchie fotografie note sono attribuibili a Luigi Ricci; si collocano attorno al 1860 e raffigurano il fianco settentrionale e la facciata, alla quale erano ancora addossate “le Palazzette”. Da quel momento la basilica di Classe fu costantemente oggetto di interesse da parte dei fotografi, tanto da possedere oggi una quantità di documentazione tale da consentire di ripercorrere anche visivamente le modifiche operate alla chiesa nell’ambito dei restauri fino ai nostri giorni.

Una suggestiva veduta aerea della basilica di S. Apollinare in Classe.